Negli ultimi dieci anni è iniziata una progressiva evoluzione per quanto riguarda la burocrazia e la stesura di documenti. Si può affermare liberamente che oramai tutte le operazioni di amministrazione avvengono in formato digitale, senza il bisogno di utilizzare carta ed inchiostro.
Non tutti sanno, tuttavia, come avviene la certificazione dei documenti in questo formato che, come si può intuire facilmente, non può presentare alcuna firma fisica. Per poter ufficializzare qualsiasi documento in formato cartaceo, infatti, basta apporre la propria (ed unica) firma alla fine del foglio, per testimoniare la presa visione dell’atto e l’approvazione nei riguardi del contenuto che vi è scritto.
Per fare ciò con un file digitale bisogna ricorrere a uno dei mezzi specifici che vengono oggi forniti dalla tecnologia, come il formato CAdES e, soprattutto, il formato p7m (leggi sul sito https://www.savinosolution.com).
Cos’è il formato p7m e in cosa consiste
Secondo l’articolo 2702 del codice civile, per rendere ufficiale un documento digitale deve essere presente in esso una firma elettronica, autentica ed inalterabile. Per questo motivo è stato ideato il sistema p7m. Per poter capire come funziona il formato in questione bisogna prima di tutto comprendere a cosa serve esattamente: un file digitale con questo genere di estensione non può essere modificato una volta apposta la firma finale. La natura del documento firmato può essere di qualsiasi tipo, come una serie di pagine con testo scritto o anche un file audio. L’utilità del sistema p7m è che, grazie al fatto che rende un prodotto digitale immodificabile, può essere utilizzato anche in tribunale o nei pubblici uffici; ciò avviene perché attraverso l’utilizzo dell’estensione si garantisce la totale autenticità del documento. Per quanto riguarda le modalità di funzionamento della firma digitale tramite estensione p7m, bisogna precisare come questa venga effettivamente posta all’interno del documento. Un file del genere, infatti, viene generato tramite l’utilizzo di alcuni sistemi appositi, come il CAdES (uno dei più famosi tra tutti). Il nome di questo strumento è l’acronimo di Cryptographic Message Syntax Advanced Electronic Signature, ed è un sistema in grado di certificare ufficialmente una firma digitale. Per poter generare una firma autentica in formato elettronico è necessario prima di tutto creare la firma vera e propria, utilizzando magari un programma che possa leggere lo scorrimento di una penna su uno schermo digitale, come quello di un tablet. Dei prodotti che prevedono questo genere di utilizzo sono, ad esempio, quelli utilizzati negli uffici pubblici, che permettono di firmare documenti in maniera rapida ed elettronica. A questo punto, una volta ottenuta la firma stessa, bisogna certificarla attraverso il sistema CAdES. Quest’ultimo non è l’unico metodo disponibile per poter convalidare una firma, ma è semplicemente il più conosciuto. Un sistema simile è, ad esempio, il PAdES. Entrambi funzionano praticamente nello stesso modo, ma il CAdES produce un file “.p7m”, mentre il PAdES genera un file “.PDF”. Una volta prodotto il documento con la giusta estensione (p7m), questo conterrà la firma digitale generata tramite CAdES.
Perché utilizzare l’estensione p7m
Utilizzando l’estensione p7m si ha la sicurezza assoluta che il file in questione non può essere corrotto in alcun modo e manterrà sempre la sua struttura originale. Di conseguenza, un file del genere rappresenta uno dei pochi mezzi possibili con cui autentificare un documento digitale secondo i recenti termini legali. Infatti, per la legge italiana (che si è espressa attraverso l’articolo sopracitato) un documento digitale deve possedere tre caratteristiche principali per essere considerato totalmente originale: – L’autenticità totale, che deve essere espressa tramite la dimostrazione che la firma contenuta all’interno del documento sia effettivamente del suo proprietario; – L’inalterabilità da parte di terzi, per cui l’estensione p7m risulta essere il metodo migliore; – La veridicità della firma rispetto le volontà di colui che l’ha scritta ed il contenuto del documento.
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